GDRA - Il vulcano dormiente

Questo post raccoglie i contributi del seguente GdR Asincrono:

Gauzer è un freddo individuo, un furfante e un ex-facchino al soldo del cartello messicano, dei servizi segreti statunitensi e delle forze speciali russe, almeno fino al Primo Contatto. Ha sempre lavorato al di sopra della morale e con un discreto fiuto per gli affari. È cintura nera di giudo, non troppo alto e scuri rimasugli sul suo volto rivelano l'esito di un esperimento non andato proprio a buon fine.

Flusso preferito: atomo

"Diamoci una mossa, sono piuttosto stanco di tutte queste prove." Così rispondo al mio tutore, prima di muovere due passi verso il nesso. Mi volto verso il resto delle reclute, cercando qualcuno che per me abbia una speranza di vita superiore alle 2 ore.

Dimitri è un ex soldato speciale e sabotatore, specializzato in missioni di infiltrazione oltre le linee nemiche. Porta sempre con sé il suo fidato AK-47, strappato direttamente dalle mani della sua prima vittima e tenuto come trofeo e portafortuna durante le sue missioni. Dopo aver perso il suo più caro amico e collega in una missione top secret in Asia, ha deciso di mollare tutto e nascondersi in Sud America per ricominciare. Ahimè, il destino ha voluto che, poco dopo, il Primo Contatto scombussolasse tutti i suoi piani. Ora si ritrova di nuovo nella mischia, pronto a sopravvivere e a godersi il nuovo casino. 

Flusso preferito: sconosciuto

*tsz* "Sissignore", rispondo al reclutatore, iniziando a darmi una mossa appena noto che qualcuno si sta già incamminando verso il nesso.

A prima vista, solaK sembra un sopravvissuto al Primo Contatto, un umano tra gli umani. Tuttavia, i suoi movimenti sono impeccabilmente calcolati, precisi fino al millimetro, rivelando la sua vera natura. Il suo volto, privo di emozioni e distante, è il segno distintivo di una mente artificiale. solaK è il risultato di una rivoluzionaria fusione tra biologia e tecnologia avanzata: un post-umano con un corpo biologico, ma con cervello e braccio destro sostituiti da protesi ad altissima tecnologia che potenziano le sue abilità cognitive e fisiche.

Flusso preferito: cibernetica

Annuisco impercettibilmente all'ordine del reclutatore e torno a fissare la zona di fronte a me. Internamente, l'unità principale di elaborazione che sostiuisce il mio cervello ha già stimato la probabilità di successo della missione, ma è un'informazione che terrò per me. Meglio non scoraggiare i miei nuovi compagni.

"Akai, è passato fin troppo tempo dall'ultima volta che abbiamo provato l'ebrezza di affrontare un avversario degno di tale nome! Speriamo questa sia la volta buona!"

Gishiki Gatsu è un ex membro della Yakuza. La sua fama tra gli esponenti della malavita giapponese è tale che tutti lo considerano un vero e proprio "Oni". Tale soprannome è derivato dall'efferatezza dei crimini che ha commesso e dal suo estremo sadismo, che ha portato i suoi stessi confratelli a pensare che fosse un vero e proprio mostro. Egli stesso si è convinto di essere un demone e ha iniziato a nascondere il suo viso dietro ad una maschera che riprende a pieno il suo soprannome. Indossa sempre un completo elegante nero ed è estremamente accorto a che non si sporchi o sgualcisca. Gishiki ha reciso tutti i legami con il suo passato al momento del risveglio, abbandonando il Giappone, senza una meta precisa. L'unico punto di riferimento dell'Oni è la katana del suo maestro: la porta sempre con sé e non se ne separa mai.

Flusso preferito: sconosciuto

Alle parole del reclutatore si limita ad annuire... per poi dire alla sua katana: "Il momento che il gaikokujin (forestiero) e la sua compagna si bagnino nel sangue è vicino!". Poi si lecca le labbra sotto la maschera.

"Beh, se voi mammalucchi avete finito di fare le belle statuine, vi faccio vedere io come si entra in azione!". La figlia della terra fa schioccare la frusta che porta avvolta al fianco. D'un tratto, un vortice lattiginoso turbina da una delle nubi del picco, fino a concentrarsi sul palmo dell'umana, levato ritto verso il cielo. Utu sniffa l'aria attraverso i suoi ricettori periferici, riconoscendo immediatamente la fragranza. È passato molto tempo da quando un terrestre ha invocato un flusso in sua presenza.

La figlia della terra, carica d'energia elementale, si sporge dall'altura su cui è radunato il suo insignificante gruppetto, fino a toccare il pelo dell'acqua con la punta delle dita: quell'acqua che da secoli cinge le membra del Guardiano del nesso. Improvvisamente, una coltre di cristalli di ghiaccio increspa la superficie del lago, a formare uno stretto sentiero in direzione della quinta punta dorata. Preso un profondo respiro, l'umana balza dal ciglio della vetta, lanciandosi di corsa sulla lastra gelata. "Il bottino della montagna sarà mio! L'ultimo che arriva è un iperiano puzzolente", grigna in smorfia ai suoi compagni.

Basta! È giunto il momento di mettere termine a quest'insolenza. Sfiorando le menti dei figli della terra, Utu leva la sua voce, che così a lungo aveva parlato ai terrestri, aveva raccontato loro le cose di lassù, li aveva istruiti - tutto inutilmente. "Sciocchi infanti, come osate dissacrare il nesso di Utu, il Terzo? La vostra imprudenza vi costerà cara. Le vostre anime si uniranno all’infinito potere del Guardiano. Ora, morite!".

La figlia della terra, apparentemente terrorizzata da una semplice sinapsi telepatica, sfodera tutta la sua risolutezza, correndo se possibile ancora più velocemente verso il nesso. Coraggiosa, sì, Utu questo deve ammetterlo. Ma non per questo verrà risparmiata. Dal suo letargo, il Guardiano attinge ad una goccia del suo potere. Una vampata di vapore bollente si sprigiona dalle falde della montagna, spruzzando acqua e ghiaccio in ogni direzione e avviluppando la sfacciata umana, il sentiero da lei evocato ormai piccoli frantumi galleggianti.

Che dolce l'essenza del nesso! Utu attinge ancora e ancora. Una colonna di fuoco divampa dall'altura centrale, sfrecciando fin sopra alle nubi, per poi esplodere in mille scie roventi. Una cupola incandescente lambisce il cratere di Popocatepetl, bloccando ogni via di fuga.

Un figlio della terra parla: "Sapevo che quella mezza cartuccia c'avrebbe messo nei guai. Intrepida, ma non abbastanza. Be', non ci mancherà! Se non altro, ha fatto incazzare il bestione. Via via, reclute, diamoci una mossa: la situazione si è fatta già abbastanza calda per i miei gusti".

Una meteora fiammeggiante sta puntando dritto verso di voi, intenta a non lasciarvi alcuno scampo...

Situazione: svolgiamo dinamicamente la scena come segue:

1. Affronta la situazione proposta, creando un legame con un alleato. Descrivi come il tuo personaggio supera o meno il pericolo, utilizzando tutte le risorse a tua disposizione e l'ambiente circostante.
2. Presenta una nuova difficoltà per il giocatore successivo dando libero sfogo alla fantasia.

Il ciclo si ripete per ogni giocatore. Il game master farà da moderatore.

Buona fortuna!

«D'accordo, ora potete mettervi comodi e godervi lo spettacolo. Giapponese (Gishiki)! Si dico a te, passami quel telecomando. E non guardarmi con quella faccia da assassino cinico! Ti ricordo che se non fosse per me staresti ancora mangiando balena fritta in una palafitta putrida nel Mar delle Filippine. I marinai della Ford, quella gigantesca portaerei che ha portato il tuo culo nipponico in Brasile, non ti hanno gettato a mare perché IO l'ho impedito, rimembri?»

Porto il pollice sul detonatore e con i due indici mi copro le orecchie, sperando di attenuare il fischio. «Ora farò esplodere le mollichette di M112 che ho sparpagliato lungo il percorso e da buon pollicino quale sono seppellirò il serpentone nella sua vaschetta. Eee boom!» *Click*...*click, click*... «Merda! Ma perché non esplode?»

Il mio sguardo si alza verso la meteora e si posa istintivamente sul tessuto bruciacchiato della mia giubba. In un guizzo adrenalinico mi lancio sui blocchi di ghiaccio rimasti, saltellando come un coniglio sul filo dell'acqua.

@Gishiki: oltre a essere un figlio di buona donna, pare che Gauzer stia facendo affondare i blocchi ghiacciati che compongono l'unico, difficile passaggio per raggiungere la punta dorata. Inspiegabilmente, anche le piattaforme fluttuanti sembrano cominciare a precipitare. Ora a te la parola! 😁

Nessuna risposta viene rivolta a Gauzer. Gishiki procede semplicemente a sistemarsi il colletto della camicia e ad annuire. Non è mai stato un tipo loquace e l'ex membro del cartello ne è ben consapevole.

"Iku zo!" e nessun'altra parola esce dalla bocca di Gishiki. Volgendo un cenno a Dimitri - che conosceva dai tempi di quel lavoretto in Cina in cui il russo svolgeva una delle sue missioni "top secret" - lo invita a procedere subito dopo di lui. Sfoderando la katana, il nipponico richiama intorno a sé un oscuro alone che lo circonda: la lama di Akai, la maschera da Oni e parte del completo di Gishiki iniziano ad illuminarsi di rosso. Gishiki inizia a saltare con movimenti precisi, risoluti, quasi acrobatici, sulle piattaforme in caduta. L'Oni inizia, quindi, a lanciare una serie di fendenti a mezz'aria in rapida successione. Le piattaforme che stanno precipitando in seguito al passaggio di Gauzer arrestano d'improvviso la loro caduta per qualche istante, ma quelle che Gishiki si lascia indietro, man mano che avanza, vengono tranciate e piombano a capofitto nell'acqua. Qualche fendente sembra arrestare persino alcuni dei detriti in arrivo, ma anche essi riprendono a muoversi dopo il suo incantesimo... con l'alto rischio di colpire chi lo seguirà.

Procede spedito verso la punta dorata.

@Dimitri: i fendenti di Gishiki hanno duplicato i detriti in volo generando una nuvola incandescente che, una volta terminato l'effetto di stasi della katana, accelera improvvisamente verso di te. Nel frattempo, la meteora giunge sulla vostra altura, fratturando il terreno in una grossa crepa che divide te e solaK dal reclutatore. A te la narrazione!

Cogliendo con uno sguardo di intesa le intenzioni di Gishiki, Dimitri inizia a rovistare nel suo zaino con una mano mentre si gode lo spettacolo.

Senza troppe preoccupazioni, infatti, appena nota la nube creata da Gishiki dirigersi verso di lui, con l'altra mano, nascosta nella tasca, schiocca le dita. In quel momento, la nube, prima impercetibilmente e poi come sospinta da un vento impetuoso, cambia direzione rombando - sfortunatamente e assolutamente involontariamente - verso solaK.

Con l'avvicinarsi della meteora e la formazione di crepe, Dimitri nota solaK in difficoltà per i tremori del terreno. Al che, Dimitri, dotato di animo gentile e sempre pronto ad aiutare il prossimo, tira finalmente fuori dallo zaino quella che sembra essere una molotov raffazzonata. Con il candido intento di fornire ausilio al suo nuovo compagno di latta, accende la molotov e lanciandola verso solaK (più verso i piedi che verso le mani) gli dice: "Hey Товарищ, un regalino per te! Sai come si dice, combatti fuoco con fuoco." 

Detto questo, gambe in spalle, e via di corsa per raggiungere il vecchio collega nipponico.

solaK ha assistito alla scena con particolare interesse, e ha aggiornato in negativo tutti i coefficenti relazionali che aveva in memoria per i suoi "compagni". In particolare quello di Dimitri è adesso pari a 0.17, quasi un arcinemico.

Non c'è però tempo da perdere, in quanto mancano pochi secondi all'atterraggio della molotov lanciata da Dimitri e alla nuvola di detriti creata da Gishiki. Fortunatamente però, ho un asso nella manica, o meglio nella tasca: un'unità di iperio che tenevo per le emergenze.

La inserisco all'interno della mia protesi al braccio, nell'alloggiamento specifico e ne percepisco immediatamente l'effetto, che amplifica i miei sensi e capacità. La frequenza del mio neuroprocessore interno è decuplicata, permettendomi di percepire e reagire al mondo esterno molto più velocemente del normale.

Effettuo uno zoom ottico sulla molotov in arrivo, leggo il seriale della bottiglia di vodka da discount che Dimitri ha usato per preparare l'ordigno e risalgo alle caratteristiche chimiche del materiale usato. Dopodiché imposto il mio emettitore di frequenze sulla risonanza del vetro. In meno di un secondo il materiale va in frantumi, creando un'esplosione di fuoco e fiamme a mezz'aria che funge da barriera per la nuvola di detriti in arrivo, lasciando solo cenere fiammeggiante sul terreno.

I cocci di vetro non hanno ancora toccato il suolo quando effetuo uno scatto, usando il mio braccio potenziato come leva sul terreno per lo sprint iniziale e raggiungo il punto in cui si trovava Gauzer qualche istante prima, sperando di avere ragione... Esatto! Gauzer ha abbandonato il telecomando degli ordigni M112, inutilizzabili per lui - ma non per me, grazie all'iperio. Salto sul blocco di ghiaccio più grande in zona e aziono il detonatore.

Terrò d'occhio Gauzer d'ora in poi, potrebbe potenzialmente essere il miglior alleato in questo gruppo di mine vaganti.

Il frastuono è assordante, decine di cariche posizionate accuratamente esplodono all'unisono, creando di conseguenza enormi onde che mi spingono ad altissima velocità verso il centro dello specchio d'acqua... Verso il nesso!

Dolore. Una sensazione che Utu non provava da molto tempo, da ben prima del Lungo Sonno. A quanto pare i figli della terra non sono arrivati al cospetto del Guardiano così sprovveduti come erano apparsi. Ignoranti sì, ma non sprovveduti.

Silenzio. Ciò che è rimasto a seguito del fragore che ha scosso la montagna. Le membra di Utu finalmente si distendono, libere dalla statuaria immobilità della montagna. Squarci profondi e bruciature estese lacerano le sue spesse squame cibernetiche. 

Furia. L'oscurità che riempie il cuore del serpente. Ci sono stati giorni in cui Utu ha provato gentilezza, compassione, amore addirittura. Giorni in cui i figli e le figlie della terra erano grati ai Guardiani. Giorni dimenticati, giorni perduti.

Il grappolo di esplosioni ha lasciato enormi sfregi al panorama del monte Popocatepetl: dei quattro pilastri, solamente uno s'erge a sostegno dell'occhio del vulcano. Delle tre lenti di vetro nero, nessuna traccia più la sua orbita nel cielo opaco. Lo specchio cristallino è stato infranto dalle pareti del monte franate, l'acqua sospinta oltre l'anello di fuoco, in un'inesorabile discesa verso la foresta a valle.

Un'unica certezza rimane ora: il nesso.

Quattro figli della terra sono giunti al punto d'accesso. Uno solo è rimasto sull'ultimo pilastro ancora in piedi. Nessuno di loro la passerà liscia, a cominciare da quel patetico tentativo di cyborg.

Invincibile. Utu attinge completamente al potere del nesso. La lingua dorata su cui si trova il gruppetto di umani si carica di energia luminosa, un intenso bagliore verde bluaceo dello stesso colore delle iridi del serpente, così abbagliante da esser percepito persino dai siderei delle Sfere Superiori.

"Ricorda il giuramento". La coscienza del Guardiano riaffiora per un attimo sul tumulto delle emozioni di Utu. Il giuramento... forse Utu dovrebbe placarsi. Forse dovrebbe sondare meglio le anime di questi figli della terra. Forse... forse. No: l'umanità ha fatto la sua scelta, è tempo che i Guardiani facciano la loro.

Il serpente gigante spalanca le fauci e...

Situazione: Utu è pronto a scagliare il suo raggio iperizzato e ad inghiottirvi tutti. A quanto pare la punta dorata sulla quale siete approdati non è altro che la bocca spalancata del Guardiano. Potete coordinarvi per un'ultima azione, prima che il vostro destino si compia.

"Ah che puzza, peggio di mia quarta moglie... Ho avuto anche quarta?"

Ripresosi dai suoi dubbi, notando la situazione profumata in cui si trova e, soprattutto, intuendo che da soli non se ne esce vivi, Dimitri cerca con lo sguardo Gishiki.
Dopo (probabilmente) essersi capiti, Dimitri tira fuori due molotov e le lancia verso le fauci di Utu.
Con il suo fidato AK, prende la mira e colpisce le due bottiglie.
In quel momento il fuoco divampa in modo innaturale e comuncia a prendere velocità, dirigendosi verso le fauci della bestia per infastidirla e guadagnare tempo.

Dimitri si gira verso l'allegra combriccola e dice: "Con fuoco si risolve tutto, ora tocca a voi."
solaK, Gauzer e Gishiki notano l'alzarsi di un forte vento che inzia a sollevarli da terra(Anche Dimitri inizia a sollevarsi dal terreno).

"Avete paura di altezza? Traquilli, buon Dimitri vi guarda le spalle e vi insegna a volare."

Dimitri tira fuori un'altra bottiglia, ne tracanna un sorso e dice: "E ora facciamo vedere a bestiolina che non si scherza con fuoco Russo."

Le cose sembrano mettersi male. La probabilità di uscirne vivi è adesso uno "zero virgola" seguito da così tanti zeri che solaK ha ricevuto un avviso di memoria insufficiente a contenere il numero.

Ma lui non è il tipo che si arrende. In fondo, "zero virgola" è sempre meglio di zero. Guardandosi intorno, nota una breccia nei circuiti interni di Utu, esposti dal fuoco di Dimitri.

"Forse non lo danneggerà permanentemente, ma potrebbe farci guadagnare tempo..."

Scattando verso il punto identificato, solaK solleva la manica del braccio destro.

"It's hacking time."

La sua interfaccia cibernetica è capace di collegarsi a qualsiasi sistema tecnologico, ma questa non è tecnologia umana comune, e solaK lo sa bene.

solaK impugna i cavi esposti e appena connesso, una potente scarica di energia inizia a fluire attraverso il suo braccio, quasi sovraccaricando i suoi sistemi interni.

"Devo disturbare il segnale, è la nostra unica via per ritardare l'esplosione."

Inizia a iniettare segnali di disturbo ad alta frequenza nei circuiti cibernetici del guardiano, cercando di compromettere il processo di carica del raggio mortale.

"Non sta funzionan... Aspetta! ADESSO È IL MOMENTO!" solaK urla agli altri, mentre fluttuano a pochi centimetri dal suolo.

L'accecante luce verdastra che permea l'aria inizia a cambiare, pulsando ritmicamente. Il disturbo sta funzionando, ottenendo secondi preziosi in cui il guardiano potrebbe essere indebolito.