Il sergente Marco Riveira, sardina tattica di secondo livello, tenne le proprie mani per salvare le proprie orecchie dal frastuono del disastro della caduta appena avvenuta. Il caccia era precipitato di fronte ai suoi occhi increduli come se fosse un pezzo di carta lanciato da una finestra, roteando su se stesso a spirale.
Ripresosi dalla botta iniziale, Riveira pulì la propria maschera da paracadutista dalla polvere e si precipitò verso i resti del caccia nella speranza di trovare il commilitone in arrivo col paracadute di salvataggio. Purtroppo le brutte sorprese erano appena cominciate, il sellino infatti era rimasto incassato dentro il suo alloggio, come se l’effetto propulsivo di salvataggio si fosse bloccato (cosa mai successa in missione). il sergente se ne accorse da distanza guardando dal suo binocolo in dotazione sul suo M16. Non aveva il coraggio di guardare con più attenzione dentro la cabina del caccia distrutto, aveva intuito cosa avrebbe potuto scoprire coi suoi occhi.
Solo dopo qualche minuto di stordimento si rese conto che il binocolo biometrico del suo fucile non funzionava, perlomeno, non era collegato alla sua MTM e pertanto non dava alcun segnale aggiuntivo quale la scansione termica o i dati di stanza a schermo. Funzionava unicamente la lente di ingrandimento. Inoltre il grilletto del suo M16 cliccava a vuoto, non poteva neanche lanciare il segnale di pericolo con la canna secondaria del suo fucile.
Presto si rese conto che tutta la sua tecnologia futuristica era completamente inutilizzabile, come se qualcuno o qualcosa avesse risucchiato tutta l’energia utile a farla funzionare.
Un soldato normale avrebbe preso atto della situazione e sarebbe tornato indietro a fare rapporto, in un luogo sicuro dove poter comunicare, ma la mente umana può fare strani scherzi se sottoposta a condizioni limite. Il sergente Riveira decise di andare avanti, come spinto da una pulsione innaturale e irrazionale, attratto dall'ignoto ed al contempo anestetizzato dalla paura, solo nel nulla della radura venezuelana, con i compagni fuori portata, con un caccia amico distrutto misteriosamente e una strana visione di una struttura in grande lontananza: sembrava quasi una cattedrale di vetro caduta rovinosamente dal cielo.
Deciso ad avanzare, rimembrandosi del proprio addestramento da sopravvivenza, riuscì a captare degli impercettibili rumori provenienti da una manciata di alberi a 30 metri di distanza alla sua sinistra. Ebbe solo il tempo di mettersi in posizione di difesa e mettere mano al coltello tattico sulla sua coscia destra che quattro minuscole figure, all'apparenza permeate da uno strano alone giallognolo, si lanciarono dalle fronde degli alberi e sfrecciarono a velocità impensabile verso il soldato.
Il sergente Riveira vide solo un luccichio, sentì uno strano urlo da primate, poi un forte dolore al ginocchio sinistro ed infine sentì strapparsi dalla faccia la propria maschera tattica.
Dopo neanche un secondo capì di essere circondato da tutti i lati da quattro piccole bestie luminescenti, veloci come un gatto sotto steroidi e dotate di unghie affilate come rasoi; il suo ginocchio gocciolava sangue in maniera copiosa e la sua tempia destra era stata lacerata come da un coltello. Per un momento gli sembro di essere attaccato da dei Gremlins.
Intuì subito che avrebbero attaccato tutte insieme una seconda volta, quindi si abbassò in velocità e attaccò per primo, brandendo il coltello militare e ruotando su sé stesso in semicerchio. L’effetto a sorpresa ebbe successo a metà, infatti sentì l’attrito del coltello che tagliava la carne di due degli esseri immondi quasi per metà. Gli altri due ebbero il tempo di saltare ma uno solo riuscì a non essere colpito, l’ultimo riuscì a scampare la lama ma non il gomito di Riveira che spingeva in avanti con una mossa d’attacco.
Una sola bestia era ancora in piena attività mentre l’altra era stata colpita all'addome ma senza evidenti danni, solo leggermente intontita, questo permise al sergente di muoversi in contrattacco lanciando il coltello dritto verso la sua piccola testa ma lasciando il fianco scoperto alla bestia ancora attiva.
Senza farsi sfuggire il momento propizio, la bestia luminosa ancora in piedi cominciò a gonfiarsi come un palloncino ed infine emettere una fiammata giallognola diretta verso la testa del soldato, che ebbe solo il tempo di inginocchiarsi e cercare di raggomitolarsi dentro la sua tuta oramai non più funzionante.
Se avesse indossato dei comuni abiti militari probabilmente la famiglia Riveira avrebbe dovuto piangere il proprio caro, tuttavia il tessuto tattico l’aveva riparato dalla peggiore delle conseguenze. Purtroppo la sua schiena era completamente ustionata e sentiva brandelli della sua tuta che cadevano alle sue spalle. Ma era ancora vivo e pieno di adrenalina, quindi prese la pistola e cominciò a sparare senza fermarsi, ma non funzionava. Preso infine da un atto di incoscienza e spinto da una forza interiore quasi sconosciuta si mosse con due finte di lato e poi balzo verso la bestia in slancio con una ginocchiata. L’effetto che ebbe fu molto strano perché l’impatto della mossa fece quasi esplodere il corpo del Gremlins sopravvissuto; si rese conto infatti di essersi mosso ad una velocità inaudita e sovrumana, impossibile per un normale soldato, ancor di più per un soldato vistosamente ferito. Sentiva fluire dentro di sé un flusso potente, qualcosa di sconosciuto ma non innaturale.
Ripresosi dalla situazione, si accorse di zoppicare, il ginocchio era stato graffiato fino in profondità, e la schiena aveva cominciato a fargli incredibilmente male, come se fosse completamente ustionato.
Ebbe il tempo di guardare a terra una delle bestie che aveva appena abbattuto col coltello e si accorse che erano delle scimmiette; per la precisione scimmie cappuccino, quegli animaletti comici visti in migliaia di film di avventura. Ma avevano delle zampe anteriori dotate di artigli lunghi 10 centimetri, avevano smesso di brillare ma avevano delle strisce gialle che partivano dagli occhi verso il busto e uno strano minerale giallo incastonato nella fronte.
Col coltello riuscì ad estrarre il minerale e lo appoggiò alla sua MTM al braccio dandosi subito dopo dello stupido visto che nulla di tecnologico stava funzionando. Tuttavia ebbe una strana sorpresa: appena avvicinato il minerale giallo, l’MTM si accese e lo risucchiò, come se fosse un magnete.
La sua tuta tattica riprese a funzionare e sentì un enorme sollievo al ginocchio e alla schiena, il sistema auto-curante aveva ripreso a funzionare.
Purtroppo non ebbe neanche il tempo di utilizzare il sistema di comunicazione che la sua MTM cominciò a vibrare ed illuminarsi di rosso rimandando l’immagine di tanti pallini rossi in movimento: più di venti piccole figure luminescenti si stavano dirigendo verso di lui a velocità impossibili.
Questo racconto percorre la leggenda di Primo Contatto: le storie che narrano un mondo come il nostro, in cui magia e tecnologia si confondono. Se ti è piaciuto puoi iscriverti al nostro sito o approfondire nella pagina del gioco di ruolo.
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